Tintoretto: il “furioso” del Rinascimento veneziano

Jacopo Robusti, noto come Tintoretto, è uno dei più grandi maestri del Rinascimento italiano. Definito da Vasari “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”, fu un artista visionario e dinamico, capace di fondere drammaticità teatrale, prospettive ardite e una pittura di luce e movimento. Conosciuto anche come “il pittore della luce divina”, è stato protagonista indiscusso della scena artistica veneziana.

In questo articolo scopriremo la sua biografia, le opere più famose, alcune curiosità poco note.

Chi era Tintoretto

Nato a Venezia nel 1518, figlio di un tintore di stoffe (da cui il soprannome “Tintoretto”), Jacopo Robusti mostrò fin da giovane un talento precoce per il disegno e la pittura. Secondo la leggenda, studiò brevemente nella bottega del Tiziano, ma il loro rapporto si interruppe per rivalità.

Il suo motto era “Il disegno di Michelangelo e il colorito di Tiziano”, che rifletteva la sua ambizione di unire la potenza plastica del Rinascimento fiorentino alla sensualità cromatica della scuola veneziana. Lavorò instancabilmente per tutta la vita, spesso con uno stile impetuoso e innovativo che lo rese celebre (e a volte controverso) tra i suoi contemporanei.

Le opere più famose di Tintoretto

1. Il Miracolo dello Schiavo (1548)

Una delle sue prime opere pubbliche, commissionata dalla Scuola di San Marco, mostra San Marco che salva un prigioniero dalla tortura. Il dinamismo della scena, le pose drammatiche e la luce teatrale annunciano il Tintoretto maturo.

2. Le Nozze di Cana (1561)

Una gigantesca tela di oltre 4 metri, conservata alla Scuola Grande di San Rocco, che raffigura la festa nuziale in modo vivace e anticonvenzionale, con uno sguardo laterale che sfugge alle simmetrie classiche.

3. L’Ultima Cena (1592–94)

Versione veneziana del tema sacro, qui carica di spiritualità e mistero. Il Cristo è avvolto da luce sovrannaturale, mentre gli apostoli e i servitori si muovono in un’atmosfera caravaggesca ante litteram.

4. Il Paradiso (1588–1592)

Realizzato per la Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale, è una delle tele più grandi mai dipinte (7x22 metri) e rappresenta la visione celestiale in una composizione affollata e intensa.

Stile e innovazione: la pittura in movimento

La pittura di Tintoretto si distingue per l’uso espressivo della luce, la composizione diagonale e la gestualità vigorosa delle figure. A differenza dei suoi contemporanei più misurati, Tintoretto inseguiva l’effetto teatrale, la sorpresa, la drammaticità barocca ante litteram.

Era un instancabile sperimentatore di prospettive ardite, scorci vertiginosi, e giochi di luce che anticipano l’espressionismo seicentesco.

Curiosità su Tintoretto

1. Un autodidatta determinato

Dopo il breve sodalizio con Tiziano, Tintoretto si formò da autodidatta, studiando con passione le sculture di Michelangelo e disegnando incessantemente.

2. Una bottega di famiglia

Gestiva una fiorente bottega a Venezia, aiutato dai figli Domenico e Marietta (anche lei pittrice), che continuarono la sua eredità artistica.

3. Il pittore delle grandi imprese

Per ottenere commissioni, offriva i suoi lavori a prezzi più bassi rispetto ai concorrenti. La Scuola Grande di San Rocco divenne una sorta di museo personale, con oltre 60 opere sue.

4. Religione e teatralità

La sua arte non era solo spettacolare: fu anche profondamente spirituale. Le sue Ultime Cene, ad esempio, sono dense di significati mistici e simbolici.

5. Un carattere schivo e operoso

Non amava la vita mondana. Era noto per lavorare senza sosta, spesso di notte, e preferiva la compagnia della sua famiglia alla corte veneziana.

Conclusione

Tintoretto fu un artista rivoluzionario, instancabile, visionario. La sua pittura è un turbine di luce e spirito, movimento e fede. 

 

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